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La collana editoriale del Centro Studi

Costellazione Sanguineti. I materiali verbali

Nel panorama italiano Sanguineti rappresenta pressoché un unicum per la capacità di attraversare poesia e critica letteraria, d’arte, musicale e cinematografica, racconto, romanzo e traduzione, teatro di prosa e libretto per musica, libro d’artista e lavoro editoriale. Questa intermedialità conferisce alla sua opera una ricerca di totalità che produce una duratura interconnessione, dalla fine degli anni quaranta agli anni duemila, con artisti e intellettuali sparsi in tutto il mondo, ed è ben rappresentata dalle precocissime traduzioni delle sue opere in area tedesca e francese. La collana – materiali d’autore inediti o dispersi e saggi critici – vuole scandagliare nodi centrali della cultura novecentesca, attraverso il bilancio di un’esperienza che si fa contemporaneamente proposta per il futuro: emerge ciò che rimane.

La collana è pubblicata presso le Edizioni dell'Orso di Alessandria.

Comitato di direzione
Clara Allasia (Università degli Studi di Torino)

Paolo Giovannetti (Università IULM, Milano)

Donato Pirovano (Università degli Studi di Milano “La Statale”)

Erminio Risso (Università degli Studi di Torino)

Federico Sanguineti (Università degli Studi di Salerno) †

Comitato scientifico
Alberto Cadioli (Università degli Studi di Milano-La Statale)
Fausto Curi (Università degli Studi di Bologna)
Rosa Giulio (Università degli Studi di Salerno)
Giovanna Frosini (Università Stranieri di Siena)
Andrea Liberovici (Artist in residence, Columbia University, NYC)
Claudio Longhi (Università degli Studi di Bologna)
Niva Lorenzini (Università degli Studi di Bologna)
Tommaso Pomilio (Sapienza Università di Roma)
Lorenzo Resio (Università degli Studi di Torino)
Francesca Sanguineti (Università di Napoli Federico II)
Chiara Tavella (Università degli Studi di Torino)
Enrico Testa (Università degli Studi di Genova)

Redazione

Valentina Corosaniti (Università degli Studi di Torino)
Virginia Criscenti (Università degli Studi di Torino)
Calogero Giorgio Priolo (Università degli Studi di Torino)

I volumi pubblicati nella Collana sono sottoposti a un processo di peer review che ne attesta la validità scientifica.

Il volume propone un «giardino della zoologia verbale» costruito, accanto ai molti immaginati da Edoardo Sanguineti (e questo è forse l’unico a cui non aveva pensato), guardando al suo imponente fondo lessicografico, a conferma della convinzione che «la parola deve tendere a esplorare tutte le possibilità della lingua e far tesoro di tutte le esperienze del passato». A partire dai materiali custoditi presso il Centro Interuniversitario Edoardo Sanguineti di Torino, prende vita un percorso intermediale fra schede lessicografiche e scritti inediti e dispersi: si crea così una riflessione sul rapporto fra opera artistica (dalla poesia al melodramma, dal teatro alla radio e al cinema) e il profondo dell’essere umano, arrivando a comprendere in quali termini possano accostarsi, nel discorso sanguinetiano, inconscio e linguaggio.

Presentazione del volume

  • 28 aprile 2023, Torino, Circolo dei Lettori, con Giorgio Ficara, Franco Poli e Federico Vercellone

Recensioni

  • Virginia Criscenti, «Sinestesieonline», XII, 39, maggio 2023 (clicca qui per leggere la recensione).
  • Maria Luisa Doglio, «Giornale storico della letteratura italiana», 2024 (CXLI), fasc. 574, pp. 316-317.
  • Carla Marello, L'impronta di Sanguineti, «Corriere del Ticino», 15 luglio 2023.
  • Lorenzo Resio, «Misure critiche», XXII, 1-2, gennaio-dicembre 2023, pp. 366-373.

Edoardo Sanguineti si trova a vivere nel 1971 per poco più di sei mesi a Berlino, città dove scrive in presa diretta una serie di poesie, passando il dattiloscritto a un amico poeta, Gerald Bisinger, perché traduca subito in tedesco quelle «immagini di viaggio», che riprendono volutamente il titolo di Heine, Reisebilder. La raccolta è una collezione di sguardi non solo del singolo poeta che scrive ma di tutto un gruppo di intellettuali, da Enzensberger a Breytenbach, una sorta di “Comune” dove si incontrano lavoro artistico e speranza di cambiamento, non per i poeti ma – parafrasando un titolo di Sanguineti – per i popoli. Come già a Parigi nel ’69, Sanguineti è tra i quattro poeti e amici che sperimentano un’esperienza di scrittura collettiva: là era nato Renga qui nasce Made in Holland, un renga (pubblicato solo in afrikaans e del quale si riproduce qui il manoscritto originale, inedito, di proprietà di Amichai), la cui occasione di composizione è il Poetry International di Rotterdam, festival che costituisce il prologo del soggiorno berlinese. Da Berlino, Sanguineti, con i piedi ben piantati nella cultura tedesca (da Goethe a Marx a Brecht), vede e si confronta con gli eventi e con la cultura del mondo intero: i versi di Reisebilder sanno parlare del profondo dell’essere umano perché guardano senza veli alla crisi di una realtà, a Est come a Ovest, attraversata e macerata da uno scontro silente e a bassa intensità, che oppone, in questo momento di acme, la potenza alienante della fantasmagoria della merce a una altrettanto alienante società burocratica e paludosa. A Berlino Sanguineti ritornerà più volte e in più occasioni negli anni seguenti: nei suoi versi, questa città diventa lo spazio dove registrare le diverse fasi delle trasformazioni della globalizzazione, dagli anni ottanta e novanta fino al nuovo millennio. Il saggio cerca di portare alla luce e di interpretare ciò che Sanguineti mostra chiaramente: la complessità dell’uomo e la sua continua lotta per conquistare tutto ciò che è umano: «io te lo racconto adesso / che l’ho capito, appena, subito: (e puoi capirmi): questo è il mio corpo:» Edoardo Sanguineti, Reisebilder 45

Recensioni

  • Da leggere, «Fondazione per la critica sociale», aprile 2024.
  • Giuliano Galletta, Le poesie violente di Sanguineti nella Berlino spezzata del 1971, «Il secolo XIX», 14 aprile 2024.
  • Chiara Portesine, «Treccani magazine», 9 settembre 2024.
  • Massimo Raffaeli, Un flâneur politico a zonzo per Berlino, «Il manifesto», 13 dicembre 2023.
  • Lorenzo Resio, «Misure critiche», XXII, 1-2, gennaio-dicembre 2023, pp. 366-373.

Quest’opera di Sanguineti ci viene restituita grazie alla convergenza di due esperienze di studio inizialmente autonome e divise, una concentrata sui materiali preparatori presenti al Centro Studi Interuniversitario Edoardo Sanguineti e l’altra sui copioni degli spettacoli. La scelta dei curatori ha permesso di dar vita a un libro che mostra integralmente le fasi dell’organizzazione della scrittura per la scena e, in filigrana, le problematiche del rapporto non sporadico con Shakespeare. È proprio questa particolare costruzione che permette al lettore di entrare nel laboratorio di composizione di Sanguineti e nei meccanismi della collaborazione con Liberovici, del quale accoglie sollecitazioni e necessità, anche strettamente teatrali. Proprio mentre leggiamo, la ricca parola di Sanguineti ci porta al cuore dell’espressione di Shakespeare, mettendoci in condizione di ascoltare, attraverso giochi di pensieri e rumori, la voce di Judith Malina e la musica di Andrea Liberovici. Se il lavoro critico permette al lettore di orientarsi in una serie di complesse dinamiche testuali, alcuni QR Code consentono di rivivere parti dell’opera sulla scena.

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